venerdì 25 settembre 2009

che gli oppressi liberino gli oppressori

Ciao a tutti e ben trovati. Torno dopo mesi in cui ho dovuto dedicare le poche ore libere allo studio. Gli esami sono andati oltre ogni aspettativa e ora posso, per un periodo, riprendere a dire la mia. Anzitutto vi linko il sito su cui potete trovare due convegni interessanti, uno a Bologna ed uno a Padova. Uno dei due convegni ha per titotolo: "La doppia diagnosi: la messa in rete di servizi integrati di I e II Livello. Siccome sono polemico di natura, quando odo o vedo la frase "Doppia Diagnosi", è ovvio che mi si smuove l'anima. Perchè, direte voi?
1) Perchè tutte le forme patologiche di dipendenza sono almeno da considerare doppia doppia diagnosi: una è la diagnosi della dipendenza, l'altra o le altre, sono le diagnosi relative a disturbi della personalità presenti prima o sviluppate durante la dipendenza. Quindi ci si riempie la bocca di termini inutili e ridondanti che fanno aumentare le parcelle dei singoli.
2) Ancora una volta non c'è mai la parola persona, essere umano, uomo dietro alle terminologìe. La doppia diagnosi di CHI? Dei cavalli, delle scimmie, delle cimici? Delle persone che soffrono un disagio vivaDDio!.
Il titolo dovrenne essere così: "Le persone che soffrono un disagio possono utilizzare una rete di servizi integrati".

Ma allora ci troveremo di fronte alla realizzazione utopica della dimensione Socratica Personalista: l'attenzione all'uomo all'interno di un orizzonte di umanizzazione cui l'uomo stesso dovrebbe tendere per natura.

La realtà è invece una disumanizzazione prodotta da un popolo di
oppressori ai danni di un popolo di oppressi, che, per ragioni opposte, procedono ad una vocazione innaturale all'ingiustizia. Solo la Lotta degli oppressori sugli oppressi potrà riportare, gli uni e gli altri, a realizzare la propria vocazione all'umanità.
(P.Freire)

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